Stephen Hawking: "La tecnologia è un pericolo per il futuro del genere umano"


Quando Stephen Hawking parla non lo fa mai a sproposito. Da anni i suoi moniti sono diventati famosi e ripresi dai media come saggi consigli. Ora il più grande scienziato vivente, che utilizza tutt'ora un sistema di controllo del sintetizzatore vocale che gli permette di parlare, lancia un nuovo allarme: la tecnologia costituisce una minaccia per la nostra esistenza.  Infatti in un’intervista alla Bbc Hawking ha commentato la crescita dell’Ai, l’Artificial Intelligence a cui lui stesso ha fatto ricorso per comunicare con il mondo che lo circonda: «Il suo sviluppo potrebbe portare alla fine della razza umana», ha dichiarato provocatoriamente.Stephen Hawking, che oggi ha 73 anni dal 1961 combatte contro la Sla, una malattia neurodegenerativa progressiva del motoneurone: al tempo della diagnosi i medici gli diedero un’aspettativa di vita di un paio d’anni, e invece il fisico inglese è ancora vivo e famoso in tutto il mondo. Non solo per le sue straordinarie scoperte scientifiche, ma anche per avere piegato la tecnologia a suo favore. Nonostante questo lo scienziatio non si fa influenzare per elaborare un concetto più ampio. Per comunicare col mondo esterno Hawking utilizza un sensore che digita caratteri su una tastiera, componendo un testo che viene poi convertito nella voce sintetizzata e un po’ robotica che lo contraddistingue. Per migliorarne l'utilizzabilità c'è stato un upgrade che gli ha permesso di digitare solo il 20% dei caratteri di cui ha bisogno per comporre una frase, raddoppiando così la velocità di scrittura.
«Ora, grazie ai miglioramenti della tecnologia, sono di nuovo in grado di scrivere velocemente e questo significa anche poter ricominciare a fare tutte le cose che amo: tenere lezioni, scrivere articoli accademici e libri, e, ovviamente, anche parlare con la mia famiglia e i miei amici». Ma lo stesso sviluppo dell’intelligenza artificiale non lo fa stare del tutto tranquillo: «Le primitive forme di Ai sviluppate finora sono utili, ma temo le conseguenze che potrebbero arrivare dalla creazione di un’intelligenza pari o persino superiore a quella umana. Gli umani, limitati da una lenta evoluzione biologica, non potrebbero competere, e verrebbero surclassati»




La Medicina non è Onnipotente

«La medicina non è stata in grado di curarmi, così mi sono affidato alla tecnologia perché mi aiutasse a comunicare e vivere». Forse è proprio per questo che lo scienziato teme il controllo della tecnologia, perchè in un certo senso essa lo controlla attivamente. Dopo 20 anni dall’ultimo aggiornamento, Stephen Hawking può contare su un nuovo passo della tecnologia che gli ha permesso ancora una volta di migliorare la sua vita quotidiana. C’è qualcosa però cui il fisico inglese non vuole proprio rinunciare: la sua voce, robotica e per niente naturale, che potrebbe oggi suonare molto più umana proprio grazie allo sviluppo di software innovativi.

«È diventata il mio marchio di fabbrica», ha concluso, «e non la cambierei per una voce più naturale, magari con un po’ di accento inglese». Quando mise in guardia sul bosone di Higgs

Lo stesso Stephen Hawking, nella prefazione del libro Starmus, 50 Years of Man in Space una raccolta di conferenze tenute da scienziati e astronomi, tra cui Neil Armstrong e Buzz Aldrin e presentato in questi giorni. elaborava un ragionamento puramente teorico, ma non per questo meno spaventoso. Secondo Hawking, a livelli di energia molto elevati, il bosone potrebbe improvvisamente diventare instabile, causando un "catastrofico decadimento del vuoto" tale da far collassare il tempo e lo spazio, e non ci accorgeremmo nemmeno che sta succedendo."

La risposta del CERN

Pur essendo un'allarme improbabile e una speculazione teorica, la dichiarazione di Hawking aveva fatto il giro del mondo ,portando il professor John Ellis, fisico teorico del Cern, a rispondere per chiarire, e rasserenare da scenari apocalittici:

"Deve essere chiaro che la scoperta del bosone di Higgs al Large Hadron Collider (Lhc) non ha causato questo problema, e le collisioni nell'Lhc non potrebbero innescare instabilità, perché le loro energie sono troppo basse". Nell'universo esistono oggetti e processi fisici che lavorano a energie molto maggiori di quelle di Lhc - fino a un milione di volte e per ora nessuno di questi processi ha causato un 'catastrofico decadimento del vuoto'".  Che ad Hawking il bosone di Higgs non piaccia tanto l'aveva capito il collega John Preskill. Nel 1997 il fisico inglese scommise 100 dollari sul fatto che la particella non sarebbe mai stata trovata. “Stephen di solito ha ragione, ma non sempre”, commentò il collega John Preskill. “È senza dubbio un ottimo scienziato, ma un pessimo scommettitore”. 


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