I dieci (finora) esopianeti in cui può esserci vita

C’è vita extraterrestre nel Universo che ci ospita? Questa vita si è evoluta in una forma senziente, tecnologica e che ha creato una sua civiltà? La logica ci fa rispondere subito di sì, ma la stragrande maggioranza degli scienziati è alla ricerca della vita “come noi la conosciamo”, ossia la vita al carbonio, quella biologica per intenderci, non contemplando al momento “forme di vita superiori a quelle basate sul carbonio”, ossia forme di vita “post-biologiche” che – secondo alcuni ricercatori – sarebbe la forma di esistenza definitiva dopo quella biologica, vita al carbonio ritenuta “transitoria e non definitiva”.

Basandosi su questo “sciovinismo del carbonio”, come affermava il grande e compianto Carl Sagan, la stragrande maggioranza degli scienziati ha individuato dei pianeti extrasolari che (al momento) potrebbero, sulla carta, ospitare una possibile forma di vita extraterrestre biologica, ricordandoci però che un “pianeta abitabile” non è necessariamente sinonimo di “pianeta abitato”. Di seguito l’elenco dei pianeti extrasolari potenzialmente abitabili, in attesa della scoperta di altri pianeti potenzialmente propizi alla vita. (elenco basato su un articolo apparso sul sito internet RT):

Gliese 832 c. Questo esopianeta è stato scoperto da un team di ricercatori guidati da Robert Wittenmyer, nel mese di luglio del 2014. Il suo anno dura circa 36 giorni, ma il suo IST (Indice di Somiglianza alla Terra) è dell’81 percento. La sua temperatura media è stata calcolata essere di 22 gradi, e si trova a circa 16 anni luce di distanza dalla Terra. Si stima che possa contenere acqua allo stato liquido. La sua massa è di 5,5 volte quella della Terra.


Kepler 283 c. Si tratta di uno degli esopianeti che orbitano intorno alla stella Kepler 283. La sua massa è di 1,8 volte più grande quella della Terra e il suo anno dura 93 giorni. I ricercatori credono che il pianeta possa avere l’acqua.



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