Su Titano laghi di idrocarburi collegati a giacimenti sotterranei di etano e propano


L’ipotesi che su Titano, il maggiore dei satelliti di Saturno, il metano, CH4, svolgesse un ruolo “meteorologico” analogo a quello dell’acqua sulla Terra, con piogge, nevicate, invasi di metano liquido e ghiacciato (foto), è stata convalidata dalla sonda “Huygens”, scesa sulla superficie di questo satellite il 14 gennaio 2005. Titano ha dimensioni paragonabili a quelle di Mercurio e un’atmosfera in gran parte costituita da azoto, proprio come la Terra: è interessante perché potrebbe presentare un ambiente che, temperatura a parte, non esclude forme di vita elementari. Ora la rivista “Icarus” pubblica uno studio condotto con la navicella “Cassini” dal quale risulta che nel sottosuolo di Titano esistono innumerevoli giacimenti non solo di metano ma anche di altri idrocarburi, in particolare propano ed etano. Questi composti, in forma liquida e ghiacciata, dalla superficie si infiltrano nel sottosuolo attraverso gli strati porosi della crosta e vanno a formare vasti bacini sotterranei collegati a quelli superficiali.
“Sapevamo che una frazione significativa dei laghi sulla superficie di Titano potrebbe essere collegata a bacini liquidi sotterranei, ma non avevamo idea di come questi interagissero” dice Olivier Mousis, uno degli autori dello studio. “Adesso però abbiamo modellato la struttura interna di Titano in grande dettaglio e questo ci consente di avere una visione migliore delle proprietà di questi bacini sotterranei”. Responsabili della lenta ma inesorabile trasformazione degli idrocarburi sarebbero dei particolari composti chimici presenti nei ghiacci di Titano, i cosiddetti clatrati. Una delle caratteristiche interessanti dei clatrati è che essi producono un frazionamento degli idrocarburi poiché intrappolano e spezzano le molecole in una miscela di fasi solida e liquida.

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