La Nasa a caccia dell'asteroide: quando e come si svolgera' la missione Arm



L'idea di catturare un asteroide e avvicinarlo alla Luna sembrava un'utopia ma la Nasa sembra davvero fare sul serio. Ieri l'Agenzia spaziale americana ha rivelato altri dettagli sulla sua missione ormai nota come Arm (Asteroid Redirect Mission).Sarà proprio Arm, un veicolo spaziale robotico, ad afferrare un masso dalla superficie di un asteroide vicino alla Terra e a spostarlo in un'orbita stabile attorno alla Luna per l'esplorazione da parte degli astronauti.

Prove tecniche per lo sbarco su Marte. “La Asteroid Redirect Mission fornirà una dimostrazione iniziale delle diverse capacità di volo spaziale con cui dovremo inviare astronauti nello spazio profondo, e, infine, su Marte” ha detto Robert Lightfoot della Nasa. “L'opzione per recuperare un masso da un asteroide avrà un impatto diretto sulla pianificazione delle future missioni umane nello spazio profondo e darà inizio a una nuova era dei voli spaziali.”

I tempi. L'agenzia prevede di annunciare ufficialmente la missione nel 2019, un anno prima del lancio effettivo della sonda robotica. Prima sarà necessario scegliere l'asteroide, valutandone le caratteristiche, come le dimensioni, la rotazione, la forma e l'orbita precisa.

I candidati. Finora sono tre quelli ritenuti validi: Itokawa, Bennu e 2008 EV5. L'agenzia prevede di individuare uno o due ulteriori candidati ogni anno prima della missione.

Il viaggio. Dopo aver incontrato l'asteroide, la navicella Arm dovrà afferrare con i suoi bracci robotici un masso dalla sua superficie. Poi inizierà un percorso per portare il masso in orbita intorno alla Luna.

Come. La sonda Arm sperimenterà una serie di funzionalità necessarie per le future missioni umane, tra cui avanzati di propulsione elettrica solare (SEP), molto importanti perché in grado di convertire la luce solare in energia elettrica attraverso pannelli solari e di alimentare e far muovere un veicolo spaziale, utilizzando meno propellente e riducendo di gran lunga i costi.

Non solo Arm, dunque. Dopo il 2020 la Nasa metterà alla prova una serie di nuove funzionalità necessarie per le future spedizioni umane verso lo spazio profondo, cominciando da Marte.


Fonte: http://www.nextme.it

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