Mercurio è reso scuro dai residui di una antica crosta ricca di carbonio sotto forma di grafite



La superficie di Mercurio è notevolmente scura, un dato di fatto che i planetologi fino a tempi molto recenti avevano mal interpretato. Ora nuovi studi pubblicati il 7 marzo 2016 su “Nature Geoscience” mettono in evidenza che a rendere così insolitamente scura la superficie del pianeta più vicino al Sole è la presenza di carbonio, un dato che porta a impreviste conclusioni sulla storia della crosta originaria di Mercurio. Primo autore del lavoro, Patrick Peplowski (John Hopkins University) spiega che le ultime misure sulla chimica superficiale di Mercurio fatte con i dati trasmessi dalla sonda della Nasa “Messenger” hanno ulteriormente acuito il problema perché indicano un basso contenuto di ferro e di titanio, che invece sono relativamente più abbondanti sulla Luna e in altri corpi costituiti di silicati. Il carbonio, in forma di grafite (la struttura semicristallina del carbonio usata per fare le matite), su Mercurio è percentualmente molto più abbondante rispetto alle concentrazioni di circa 100 parti per milione che troviamo sulla Luna, sulla Terra e su Marte. Dagli affioramenti intorno a crateri da impatto, i ricercatori ipotizzano che il carbonio riscontrato in eccesso su Mercurio e in generale i suoi materiali a bassa riflettività (LMR) siano un lascito della crosta più antica del pianeta.


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