Le misteriose chiazze bianche di Cerere cambiano aspetto durante il giorno del pianeta nano



Le enigmatiche macchie bianche che si vedono su Cerere, il primo asteroide scoperto (Giuseppe Piazzi, 1801), ora classificato come pianeta nano, diventano sempre più misteriose. Osservate dalla sonda americana “Dawn” attualmente in orbita intorno a Cerere, le chiazze hanno mostrato variazioni della loro brillantezza che sembrano dovute a qualche attività geologica sottostante. Ora le macchie sono state seguite con cura utilizzando lo spettrografo HARPS montato sul telescopio da 3,6 metri dell’Osservatorio Australe Europeo (ESO) e risulta che diventano più luminose quando vengono illuminate dalla radiazione solare, cioè durante il “giorno” di Cerere. Il pianeta nano ruota su se stesso in nove ore. L’ipotesi che i planetologi avanzano è che le macchie siano composte di materiale che evapora almeno in parte sotto l’azione del calore solare. E’ anche possibile che la brillantezza cambi per via della rotazione di Cerere, che fa variare l’orientamento delle macchie rispetto all’osservatore. La macchia più vistosa si trova dentro il cratere Occator (foto ESO-Harps). Osservata da vicino, risolve in una macchia tonda più grande centrale e in altre minori laterali, vicino alla cerchia montuosa. Macchie di brillantezza variabile erano già state sospettate grazie ad osservazioni fatte con il telescopio spaziale “Hubble”. Lo spettrografo HARPS ha messo in rilievo il moto di avvicinamento e allontanamento delle macchie rispetto all’osservatore terrestre in seguito alla rotazione di Cerere. Il cambiamento di velocità è di circa 20 chilometri l’ora. Si ipotizza che il materiale costituente le chiazze chiare sia solfato idrato di magnesio o semplicemente acqua ghiacciata affiorata di recente. Risulta che Cerere nasconda in profondità grosse quantità di acqua: è possibile che l’acqua sotterranea affiori in alcuni punti della sua superficie e sublimi disperdendosi nello spazio.


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