Inviare batteri ogm sugli asteroidi per produrre materie prime? E si fara' benzina sulla luna




Inviare i batteri sugli asteroidi per accedere alle materie prime presenti su di essi. È ancora la Deep Space Industries (DSI) a tentare di esplorare il cosmo per utilizzare i materiali dei corpi celesti. La società, da tempo al lavoro su questo fronte, sta studiando adesso la fattibilità dell'iniezione dei microbi geneticamente modificati nelle rocce spaziali lontano dalla Terra, per trasformarle in risorse preziose come l'oro e il platino.La DSI ha già dichiarato da tempo di voler creare la “prima flotta al mondo di sonde commerciali per la prospezione degli asteroidi”. Da qui le materie prime, trovate o trasformate, sarebbero poi inviate sulla Terra.

Gli scienziati che lavorano sul concept hanno in mente di lanciare una piccola sonda che DSI sta sviluppando, chiamataMothership, vicino a una serie di promettenti asteroidi che orbitano nello spazio profondo. Mothership porterebbe con se un certo numero di piccoli CubeSats. Questi ultimi avrebbero il compito di sbarcare sugli asteroidi e iniettare nel terreno un carico fluido a bassa temperatura ricco di batteri, in grado di propagarsi attraverso le fessure generate dal processo di iniezione.

Nel corso del tempo, i microbi geneticamente modificati per trasformare i metalli in modo efficiente, darebbero i loro frutti, offrendo all'uomo la possibilità di attingere al di fuori della Terra. Un lavoro sicuramente lento, ma che i batteri farebbero “gratuitamente” (dopo la spesa iniziale di portarli sull'asteroide).

Si tratta di pratica consolidata qui sulla Terra. Una parte significativa del rame estratto, ad esempio, viene elaborato con l'aiuto di microbi ma non è ancora chiaro se questo approccio possa funzionare anche nello spazio. Mentre la Deep Space Industries cerca di capire come produrre ed estrarre materie prime dagli asteroidi, c'è chi invece ha fermato lo sguardo un po' più vicino. È la luna ad essere finita nelle mire espansionistiche del settore minerario. Spiega l'Inaf che nelle regioni polari del nostro satellite c'è ghiaccio da cui potrebbe essere ricavato il carburante per i veicoli spaziali.L'idea è di una compagnia mineraria texana ed è volta a realizzare una sorta di stazione di servizio lunare. Qui “il propellente per razzi potrà essere acquistato a un prezzo decisamente competitivo rispetto ai costi previsti per l’invio di carburante da Terra” ha spiegato l'amministratore delegato della Shackleton Energy Company, che non nasconde le proprie intenzioni: costruire una una pompa di benzina spaziale per rifornire le astronavi.“Ci sono miliardi di tonnellate di ghiaccio d'acqua sui poli della Luna. Stiamo per estrarlo, trasformarlo in combustibile per razzi e creare stazioni di rifornimento nell'orbita della Terra”spiega la società sul proprio sito. “L'acqua può essere facilmente divisa in idrogeno e ossigeno e questo è un potente propellente per il nostro veicolo spaziale. Il motivo per cui ha più senso prendere l'acqua dalla Luna, invece di portarla dalla superficie terrestre è dovuto alla fisica. La compagna celeste del nostro pianeta è solo un sesto delle dimensioni della Terra. Ciò significa che dobbiamo fare i conti con un sesto circa della gravità terrestre e abbiamo bisogno di molto meno carburante per sollevare qualsiasi massa dalla superficie della Luna”. L'esplorazione dello spazio potrebbe dipendere anche dall'esito di progetti come questo. Ma davvero faremo benzina sulla luna un giorno?



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