Clamoroso: il fisico Ettore Majorana era ancora vivo tra il 1955 e il 1959



Ettore Majorana (foto), scomparso misteriosamente il 28 marzo 1938 sul traghetto che collegava Palermo a Napoli, era ancora vivo tra il 1955 e il 1959. Se ne sono trovate tracce considerate certe in Venezuela, e precisamente nella città di Valencia, dove viveva sotto il falso nome di Bini. Le tracce consistono in una cartolina e una fotografia che i Ris hanno scovato svolgendo una inchiesta sotto la direzione del procuratore aggiunto di Roma Pierfilippo Laviani, che sul grande fisico allievo di Enrico Fermi aveva aperto un nuovo fascicolo nel 2011. Per il fascicolo è stata ora chiesta l’archiviazione.

Il “caso Majorana”, che fu anche il titolo di un famoso romanzo di Leonardo Sciascia, può quindi essere considerato finalmente chiuso. Il procuratore Laviani ritiene di aver accertato la fondatezza di quanto ipotizzato già alcuni anni fa: cioè che in una foto scattata in Venezuela nel ’55 e ora analizzata dal Ris, Majorana, conosciuto con il cognome Bini, appare – con occhiali scuri – accanto a un emigrato italiano, Francesco Fasani, meccanico, subito dopo aver ricevuto un prestito. Il viso dell’uomo della foto è compatibile con quello dello scienziato catanese. «I risultati della comparazione - scrive Laviani nella richiesta di archiviazione - hanno portato alla perfetta sovrapponibilità» dei tratti somatici di Majorana (fronte, naso zigomi, mento e orecchio) con quelle del padre. A conferma c’è poi anche una cartolina che Quirino Majorana, zio paterno di Ettore, scrisse nel 1920 a un americano, W.G. Conklin, e che fu trovata dallo stesso Fasani nella macchina di Bini-Majorana. Un dato che, per Laviani, dimostra la «vera identità di costui come Ettore Majorana, stante il rapporto di parentela con Quirino”.

Le teorie di Majorana sul neutrino sono tuttora un tema di ricerca di grande importanza per la fisica delle particelle e quindi anche per l’astrofisica.

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