“Exomars” ha aperto gli occhi e ha guardato le stelle intorno al polo celeste australe




Per adesso questa immagine non sembrerà granché, ma è la dimostrazione che la camera a bordo della prima missione europea “Exomars” funziona alla perfezione. In gergo questa si chiama “la prima luce”: è cioè la prima volta che “Exomars”, in viaggio verso Marte dal 14 marzo, ha per così dire aperto gli occhi per guardarsi intorno. E ha visto un cielo punteggiato di stelle. Fin dai primi giorni dopo il decollo il team di scienziati della missione ha avviato un rigoroso controllo di tutti gli strumenti a bordo, sempre con esito positivo. Test accuratissimi sono stati eseguiti sia sulla navicella TGO, da “Trace Gas Orbiter”, sia sul modulo di discesa “Schiaparelli”, il dimostratore che rappresenta per l’Agenzia spaziale europea una nuova grande sfida. Fondamentale è anche il sistema di comunicazione di TGO, perché dovrà tenere i contatti con la Terra per entrambe le missioni Exomars, tra loro complementari. Il sistema, che si avvale di una parabola larga 2,2 metri, è stato messo alla prova e assicura lo scambio dei dati alla velocità di e Mbit al secondo. Da quei dati sapremo qual è la composizione e l’abbondanza di minime quantità di gas nei dintorni di Marte. L'immagine acquisita dalla camera ad alta risoluzione di TGO (riprodotta qui accanto) è datata 7 aprile e ci fa vedere un angolo di cielo intorno al polo celeste australe. Ovviamente la camera non è progettata per questo genere di immagini, e di questo bisogna tenere conto nel giudizio. Ben altre saranno le immagini del suolo marziano.


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