Proposta nuova tecnica per individuare la materia oscura nelle galassie e nei loro ammassi


Una diversa velocità delle particelle di materia oscura e di materia ordinaria potrebbe offrire una via per verificare se certi particolari segnali in raggi X provenienti da galassie finora non spiegati sono dovuti all’annichilazione di materia oscura. Se così fosse, si sarebbe trovato un metodo semplice e veloce per avere indicazioni su questa misteriosa sostanza che costituirebbe circa un quarto dell’intero universo. E’ la tesi sostenuta da E.G. Speckhard, Kenny C.Y. Ng, J.F. Beacom e R. Laha in un articolo intitolato “Dark Matter Velocity Spectroscopy” la cui pubblicazione su 'Physical Review Letters' è attesa per il 13 gennaio.Secondo gli scienziati americani autori del lavoro, la recente osservazione di una riga nella banda X dello spettro di remote galassie e di ammassi di galassie potrebbe essere la “firma” a lungo attesa della presenza della materia oscura, per adesso osservata solo indirettamente attraverso i suoi effetti gravitazionali. L’origine di questi segnali in raggi X potrebbe essere individuata grazie alla differente velocità delle particelle: mentre le particelle di materia ordinaria ruotano con la stessa velocità del disco galattico, ci si attende che la distribuzione di velocità delle particelle di materia oscura non ne sia altrettanto condizionata in ogni direzione. Ciò si tradurrebbe in un piccolo spostamento di energia rilevabile nella riga in raggi X quando viene osservata ad angoli differenti, e questo fenomeno può risultare misurabile con i nuovi rivelatori di raggi X in arrivo.

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