Il telescopio spaziale “Hubble” ha compiuto un quarto di secolo. “Webb”, il suo successore, arranca


Il telescopio spaziale “Hubble”, portato in orbita il 24 aprile 1990 con lo shuttle Discovery, ha compiuto un quarto di secolo e gode tuttora ottima salute. La Nasa ha celebrato solennemente i suoi 25 anni con un convegno di quattro giorni a Baltimora, ma quelli realmente fruttuosi per la scienza sono un po’ meno perché presto ci si accorse che un difetto nella lavorazione dello specchio principale gli impediva di formare immagini nitide. Nel 1993 una missione astronautica che comportò una delicata attività extra-veicolare, installò su “Hubble” un’ottica correttiva dal costo di 600 milioni di dollari e da allora, anche con ulteriori missioni di manutenzione e potenziamento (illustrate qui accanto), il telescopio spaziale non ha fatto che migliorare le sue prestazioni. Innumerevoli le sue imprese: ha fotografato galassie al confine dell’universo appena nate dopo il Big Bang, ha permesso di scoprire l’accelerazione del moto espansivo del cosmo, ha ripreso l’impatto dei frammenti di una cometa su Giove, ha utilizzato lenti gravitazionali per guardare ancora più lontano e riprendere oggetti ancora più deboli, ha mostrato il movimento orbitale di un esopianeta. Ora l’attenzione si concentra sul suo successore il “James Webb Space Telescope”, in forte ritardo sui tempi programmati e con costi triplicati rispetto al preventivo. Progettato per lavorare nell’infrarosso a lunghezze d’onda tra 1 e 27 micron, dovrebbe essere lanciato del 2018. Nel frattempo si spera che “Hubble”, come si usa dire, “tenga duro”.


Fonte: http://www.astronomianews.it

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